sabato 19 aprile 2014

E ora si mangia!

Svezzamento, già la parola stessa mette ansia, almeno a me, perché questo, per un bimbo che si è nutrito esclusivamente con il latte materno, è il primo passo che segna il distacco dalla mamma, da colei cioè che dal momento che è stato concepito lo ha nutrito e lo ha cresciuto solamente attraverso il suo corpo.
A complicare le cose, poi, c'è la scarsa collaborazione del piccoletto che spesso e volentieri non ne vuole sapere di cambiare le sue abitudini per sostituire, o almeno affiancare, la tanto gratificante ciucciatina con pappe e pappette dal sapore a volte quasi disgustoso.
La prima pappa infatti è una "colla" fatta di farina di riso stemperata in brodo vegetale e olio d'oliva. A me ha intasato il lavandino, figuriamoci il suo pancino!
Nel prontuario fornitomi dal pediatra c'è scritto "Se il bimbo gradisce ...", ma perché c'è per caso qualche bimbo che ingurgita volentieri sta roba???? Il mio nemmeno la vuole vedere!
Comunque, "Se il bimbo gradisce", consiglia di aggiungere liofilizzato di agnello ... Della serie di male in peggio! Una roba più puzzolente io credo di non averla mai mangiata e nemmeno mio figlio. Ricordo ancora la sua faccina schifata nel momento in cui ho provato di avvicinare il cucchiaino alla sua boccuccia.
Se la logica del senno di poi dice che è normale che non ne vogliano sapere delle pappine insipide e dai sapori improbabili, il dramma per una mamma è comunque dietro l'angolo. "Oddio non mi mangia! E ora come farò a farlo crescere?" Perché una mamma già va oltre. Il pupetto non mangia a pranzo e già la mamma lo vede dimagrito e denutrito.

E allora via al supermercato a comprare qualsiasi genere di verdura, carne e formaggio (rigorosamente autorizzata dal pediatra) e via in cucina a escogitare, come un alchimista, ogni genere di intruglio e abbinamento sperando di trovare la formula miracolosa: la pappa perfetta che fa spalancare la boccuccia schizzinosa del bebè e che lo fa mangiare di gusto fino all'ultimo cucchiaino. Lo ammetto, questo è ciò che sogno ogni volta che mi metto ai fornelli, sogno che però finisce per infrangersi contro la dura realtà: non c'è pappa che tenga, il mio piccolino assaggia svogliato qualche cucchiaino di pappa, e, a giudicare dai suoi occhioni che mi guardano rassegnati, credo lo faccia più per accontentare me che per altro, per poi rifiutarsi categoricamente di mangiarne ancora.
Calma e sangue freddo, ecco cosa ci vuole! Non serve a nulla disperarsi e nemmeno cercare di ingozzare il pupetto a forza o con rimproveri o minacce (non scendi dal seggiolone finché non hai lucidato il piatto), l'unica conseguenza sarebbe il terrore dell'ora della pappa e il bimbo finirebbe per piangere appena lo si avvicina al seggiolone.
Non bisogna nemmeno farsi prendere dall'ansia da prestazione e dal confronto con le altre mamme che dicono di avere bimbi che si mangiano anche il tavolo. Ogni bimbo è una storia a sé e, sembra strano dirlo ma ogni bimbo sa cosa è meglio per se stesso.
Bisogna convincersi che se non mangia semplicemente non ha fame, e prima o poi mangerà. I bimbi piccolini si autoregolano, sanno loro insomma quanto e quando mangiare, inoltre il latte resta comunque l'alimento principe della loro alimentazione per tutto il primo anno. Insomma, il pupetto ha tutte le ragioni per prendersela comoda e per abituarsi gradatamente al nuovo regime alimentare. Con tutta probabilità sarà più facile quando potrà sperimentare a tavola con mamma e papà i cibi dei "grandi".
Insomma ogni bimbo ha i suoi tempi e a noi non resta che rispettarli.
Un valido aiuto, ottimo anche come conforto, è il libro "Il mio bambino non mi mangia" di Carlos Gonzales.

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